CoopUp BO, incontro#4: ibridi organizzativi e validation timeline

Siamo al giro di boa per CoopUPBO:  il 16 novembre si è tenuto il 4° appuntamento e ci avviamo verso la conclusione del percorso. Gli ultimi due incontri si terranno il 29 novembre su CAPACITY BUILDING INTERNO: come monitorare il proprio gruppo di lavoro e lavorare senza stress, e il 14 dicembre su NUOVE FRONTIERE DI MUTUALITA’: capacity buiding di ecosistemi. [Per sapere di cosa abbiamo parlato nelle puntate precedenti: incontro 1, incontro 2, incontro 3].

Ma vediamo insieme cosa è successo l’ultima volta. Dopo una sessione iniziale di confronto sui compiti a casa (la compilazione della GAP Analysis, utile, come abbiamo già spiegato qui, per l’individuazione e la comparazione con i propri competitor) Gaspare e Nicoletta [Kilowatt] hanno brevemente introdotto l’argomento della giornata: GOVERNANCE COOPERATIVA, IBRIDI ORGANIZZATIVI E LAVORO: come funziona, come cambia e come cambia il mercato del lavoro, che è stato affrontato parzialmente per dare più spazio alla validation timeline.

A cosa serve?

Serve per avere ben chiare le ipotesi da testare, le tempistiche e per definire i criteri minimi di successovalidation timeline

Il primo step è fare una lista delle ipotesi che vogliamo validare, partendo dal Business Model Canvas: per ogni passaggio, è importante individuare quello che vogliamo testare, facendo attenzione a non dare nulla per scontato. Gaspare cita ancora una volta la sua esperienza con Okobici: nella selezione delle ipotesi si era dato per scontato un elemento importante, credendo fosse secondario rispetto alla validazione tecnologica: la volontà delle persone di mettere in condivisione la propria bici, che in realtà si è rivelata errata, compromettendo la riuscita del progetto.

Una volta definite le ipotesi, vanno indicate le priorità in base a due criteri: se l’ipotesi ha insiti dei meccanismi abilitanti e importanti per il passaggio successivo oppure se comporta azioni rischiose o più impegnative di altre. Per ogni ipotesi è necessario descrivere l’esperimento che vogliamo realizzare (intervista, test ecc.), definire i criteri minimi di successo e le tempistiche entro cui ci proponiamo di farlo. Una volta concluso l’esperimento, è necessario analizzare i risultati per capire se stiamo procedendo nella direzione giusta. Se questi non corrispondono alle nostre aspettative, è necessario cambiare qualcosa: si parla in questo caso di pivoting, modificare cioè il modello di business. La validation timeline è un iter procedurale circolare: si parte dalla prima ipotesi e, una volta validata, si prosegue con le successive.

La validation timeline è molto utile come strumento per tenere sotto controllo l’evoluzione del proprio percorso e ci dimostra come sia cambiato il modo di fare impresa: se fino a poco tempo fa, un servizio o prodotto veniva lanciato sul mercato senza essere testato, oggi chi fa impresa lancia il proprio prodotto/servizio solo e se è certo che funzionerà e risponderà effettivamente ai bisogni degli utenti.

Dopo la teoria, è il momento di passare alla pratica: divisi in gruppi misti i partecipanti hanno lavorato sulla costruzione della propria validation timeline.

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Conclusa la parte di workshop, è intervenuto Matteo Manzoni [Confcooperative Bologna] sul tema della governance cooperativa. Innanzitutto ricorda che,

la scelta della forma societaria dipende dagli obiettivi che abbiamo

Passa poi a distinguere i soggetti imprenditoriali  in due macro categorie:

  • quelli a responsabilità limitata, cioè le società di capitali, tra cui  le cooperative
  • quelli a responsabilità illimitata, cioè le società di persone.

Nel primo caso il rischio imprenditoriale è commisurato al capitale investito nella società; nel secondo, invece, il rischio è esteso anche alla proprietà personale. Le cooperative sono società di capitali, pertanto il rischio è legato all’investimento fatto.

Matteo elenca poi gli elementi che distinguono una società cooperativa dalle altre società a responsabilità limitata.

Il primo è la variabilità del capitale: a differenza delle altre tipologie dove il quantum di capitale della società è definito dalla legge, per le cooperative è deciso dai soci. E’ chiaro che deve essere equilibrato rispetto a quello che la società vuole fare.

Il secondo è lo scopo mutualistico: una cooperativa nasce per fornire ai propri soci beni, servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato. Si distingue poi tra cooperative a mutualità prevalente, quelle che operano prevalentemente grazie all’apporto dei soci, e cooperative a mutualità non prevalente; le prime godono di agevolazioni fiscali.

A seconda del tipo di attività è poi possibile distinguere tra:

  • cooperative di utenza: la mutualità si realizza attraverso la messa a disposizione dei soci di beni e/o servizi prodotti o commercializzati dalla cooperativa. I soci delle cooperative di utenza sono quindi gli utenti e/o i consumatori che beneficiano direttamente dei beni e/o dei servizi da questi realizzati e offerti. Esempi di questo tipo di cooperative, sono le cooperative di consumo e le cooperative edilizie;
  • cooperative di lavoro: la mutualità consiste nel procurare occasioni di lavoro ai propri soci a condizioni vantaggiose rispetto al mercato. Le cooperative di produzione e lavoro sono presenti in tutti i settori di attività. Nella cooperativa di lavoro il socio instaura due tipologie distinte di rapporto: uno di natura societaria, uno di lavoro.
  • cooperative di supporto: i soci, imprese e/o singoli imprenditori beneficiano dei vantaggi che l’impresa cooperativa consente di realizzare ottimizzando la produzione di beni e/o l’erogazione di alcuni servizi comuni. Tra queste annoveriamo le cooperative agricole e di trasporto.

Esiste poi un tipo particolare di cooperativa, la cooperativa sociale, che svolge attività di utilità sociale. Si distingue in cooperative di tipo A, cioè servizi socio-assistenziali e educativi, e quelle di tipo B, cioè di inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

La funzione sociale è riconosciuta con uno sgravo fiscale che premia la ridistribuzione dell’utile tra i soci: per crescere la cooperativa è obbligata a valorizzare le proprie risorse interne. Ecco perché esiste anche il ristorno: gli eventuali avanzi di gestione possono essere ridistribuiti tra i soci in base alla qualità e quantità del lavoro.

Dopo Matteo, Nicoletta introduce la startup innovativa. Nonostante nasca per le imprese a carattere tecnologico, è stata adattata anche a altri tipi. Per essere riconosciti come startup innovativa, sono necessari i seguenti requisiti: 1) meno di 60 mesi di attività; 2) sede in italia; 3) divieto di distribuire gli utili; 4) innovazione tecnologica come oggetto sociale; 5) non essere costituita da una fusione. A questi, si aggiungono 3 requisiti alternativi: A) almeno il 15% dell’utile deve essere investito in ricerca e sviluppo, B) almeno 2/3 della forza lavoro deve essere in possesso della Laurea Magistrale, C) aver depositato almeno un brevetto.

I requisiti delle startup innovative vengono verificati annualmente dalle Camere di Commercio del territorio in cui hanno sede; ognuna segue parametri propri, ma si sta procedendo verso una unificazione dei criteri. Esiste anche la startup innovativa a vocazione sociale che gode di sgravi fiscali: per ottenerli è richiesta una rendicontazione annuale di impatto sul territorio sulla base di una griglia fornita dal governo.

Chiude la giornata il momento MrWolf sugli ibridi organizzativi. Ospiti Nicola Bigi di Tiwi, Antonio Lazzari di Kirekò e il giornalista Emanuele Bompan che hanno analizzato Pequod/Graphic News, una delle realtà che partecipano al percorso.

Graphic News è il primo portale nativo digitale di informazione a fumetti. E’ un progetto di Pequod, società cooperativa nata dall’entusiasmo dei 4 soci, convinti che il fumetto, e in particolare il graphic journalism, sia oggi uno strumento capace di raccontare le complessità della realtà in cui viviamo e che coniugare approccio giornalistico e linguaggio del fumetto possa offrire nuove lenti attraverso cui guardare il mondo. Qui l’infografica riassuntiva dell’incontro, che ha toccato temi interessanti relativi al giornalismo e alle nuove modalità di informazione.

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[Graphic News si presenta ai MrWolf]

Prossimo appuntamento il 29 novembre su CAPACITY BUILDING INTERNO: come monitorare il proprio gruppo di lavoro e lavorare senza stress a Kilowatt, c/o Le Serre dei Giardini Margherita, via Castiglione 134, Bologna.

Per informazioni scrivete a coopupbo@confcooperative.it

Di seguito, le presentazioni dei relatori; qui e qui invece materiali utili per la compilazione della validation timeline.

 

 

 

 

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